Alcune riflessioni sull’ossigenazione nei laghi.

Come si effettua un corretto trattamento acqua per un lago?

Quali sono le linee guida per avere un lago con i pesci?

In questo articolo cerchiamo di indicare alcuni contenuti e principi per avere un corretto equilibrio organico all’interno di un biolago.

Ossigenazione dei Laghi: Principi guida


Un lago, sia naturale che artificiale, sia realizzato a scopi produttivi per l’itticoltura (allevamento dei pesi), sia destinato allo
stoccaggio acqua per l’irrigazione dei golf, sia, infine destinato a puri scopi ornamentali, è comunque un ecosistema vivente che richiede ossigeno per vivere.
I fattori coinvolti nel processo vitale possono essere divisi fra: Produttori Consumatori, Dimensionamento, Posizionamento.

Produttori Consumatori

  • Fotosintesi clorofilliana delle piante Piante lacustrI durante la notte
  • Moto ondoso
  • Processi digestivi dei batteri aerobici
  • Pioggia
  • Pesci

Dimensionamento

Affinchè un ecosistema lacustre sia equilibrato sono necessari 4 PPM di ossigeno (all’alba) perciò per il
corretto dimensionamento di un ossigenatore è necessario valutare:

  • la superficie del bacino: normalmente occorre prevedere 2 Hp ogni 4000 mq
  • la profondità del bacino: se inferiore a 2 m è consigliabile sovradimensionare del 40%
  • forma del bacino: nel caso sia allungato o con anse e bracci stretti è conveniente aumentare il
    numero di unità a parità di potenza
  • temperatura ambientale: se l’area è caratterizzata da una temperatura oltre i 35
    sovradimensionare del 40%
  • presenza di emissari apportatori di nutrienti: sovradimensionare del 50%
    In relazione alla profondità del lago è possibile operare una prima selezione del modello più adeguato.
  • da 1 a 3 m (max 6 m) con richiesta di effetto scenografico esterno: ossigenatori di superficie tipo
    Sunburst o Phoenix
  • minimo 2 m con necessità di forti correnti orizzontali: Triton
  • fra 0,8 e 1,2 mt con necessità di forti correnti orizzontali

Posizionamento

Affinchè l’ossigenatore, qualsiasi modello si sia scelto, possa garantire il massimo della funzionalità
occorre stabilire alcuni criteri di base per l’installazione ed il posizionamento.

  • Posizionare le unità nel punto più profondo del lago
  • Prevedere più unità per anse o canali stretti
    Nel caso si impieghino modelli galleggianti si potrà scegliere come sistema di fissaggio:
  • Attracco: da utilizzarsi normalmente in piccoli bacini o qualora sia necessario
    la periodica rimozione dell’unità.
  • Ancoraggio: da utilizzarsi in caso di bacini molto ampi, navigabili e per installazioni permanenti.
    Nel caso si impieghino ossigenatori di profondità come AirFlo occorrerà zavorrare il tubo di
    collegamento tra il compressore e il diffusore.

Diminuzione dell’ossigeno

I principali fattori che determinano l’abbassamento del contenuto di ossigeno sono:

  • Temperatura: la scarsa profondità del bacino (meno di 2 m) e la temperatura ambientale elevata
    determinano l’innalzamento della temperatura dell’acqua con conseguente riduzione della percentuale
    di ossigeno trattenuto
  • Nutrienti: la fertilizzazione delle aree verdi circostanti e la presenza di immissari producono un
    accumulo di azoto e fosforo nel bacino con conseguente aumento del contenuto di alghe che
    richiedono ossigeno e determinano l’accumulo
    di sostanza organica con necessità di conseguenti processi digestivi
  • Irraggiamento solare: produce un aumento della temperatura dell’acqua e della proliferazione di
    alghe negli strati più profondi del bacino

L’uso dell’ossigenatore

L’impiego di un ossigenatore contribuisce a:

  • Aggiungere ossigeno attivo all’acqua
  • Creare correnti verticali o orizzontali che rompono la stratificazione termica

Si sconsigliano lunghezze superiore ai 200 m che comporterebbero un’eccessiva caduta di pressione
dell’aria pompata.

Matteo Mannelli